Intervento:
Restauro di quattro giardini conclusi in prossimita' della Galleria Borghese
Luogo:
Villa Borghese, Roma
Progettisti:
Ada Vittoria Segre
Progetto:
Arch. M. Di Giovine; dott.ssa A. Campitelli; dott. agr. Ada Vittoria Segre; supervisore del progetto: Comitato per i Giardini Storici
Anno di redazione del progetto:
1998/1999
Fornitori:
susigarden (Aiello del Friuli); Floriana Bulbose (Monte Porzio Catone); Tintori (Pescia); Fratelli Margheriti (Chiusi)
Dati dimensionali dell'intervento:
ca. 8.000 mq
 TRATTO DALLA RIVISTA:
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Eleganti architetture naturali Il recupero dei Giardini Segreti di Villa Borghese
Nella fisionomia della città di Roma, la presenza
delle tante ville nobiliari e' un tratto dominante, votato all'esaltazione
ambivalente della bellezza capitolina nell'incontro tra architetture murarie
e architetture del verde, come all'offerta di uno spazio di pace
e tranquillità proprio nel cuore pulsante della metropoli. Perseguendo
un intento di valorizzazione e recupero, il progetto focalizza l'attenzione su
uno degli esempi più rilevanti da questo punto di vista, quello di Villa
Borghese. Partendo dalla commissione del Comune di Roma e dal finanziamento
dei Fondi del Giubileo - che, se da un lato apportano un sostegno notevole
sul piano economico, dall'altro impongono un'assoluta celerità nell'esecuzione
dei lavori - è stata riaperta al pubblico romano una delle parti più
importanti nell'impianto esterno di Villa Borghese.
I Giardini Segreti della prestigiosa villa nascono nel Seicento,
concepiti come spazi preziosi, atti ad ospitare prevalentemente
fiori ed agrumi, in linea con le mode del periodo. Preposto ad
una duplice funzione, decorazione da un lato ed esposizione dall'altro, il giardino
di fiori e agrumi, presentava caratteristiche precise: dimensioni relativamente
ridotte, forma e confini circoscritti, varietà
e ricchezza dal punto di vista botanico, in nome di un assunto di base
per cui raro equivale a pregevole e in relazione all'aumento di varietà
floreali che si ebbe nel corso della seconda metà del Cinquecento. A delimitare
il giardino fiorito di stampo romano era il caratteristico ciglio di pianelle,
al servizio di un disegno geometrico ornamentale di cui restano ormai pochissimi
esempi. I Giardini Segreti di Villa Borghese, al contrario, seppure soggetti a
numerose alterazioni al loro interno, nelle dimensioni, nella posizione e nella
funzione spaziale dentro il parco della villa, sono sostanzialmente rimasti
invariati. Il nucleo originario, costituito
da una coppia di giardini laterali al Casino Borghese, e' realizzato
nel primo Seicento su commissione del Cardinale Scipione, in un periodo che si
colloca tra il 1610 e il 1633. Un terzo giardino di fiori viene creato intorno
al 1680, mentre l'ultimo spazio che compone l'impianto, posto sullo stesso allineamento
degli altri tre, viene trasformato in area di propagazione con serra nel corso
del Settecento e in giardino ornamentale vero e proprio negli anni '20 dello scorso
secolo.
Data la posizione di contiguita' rispetto all'edificio principale e il pregio
delle piante custodite al loro interno, tutelato dalla duplice funzione di barriera
e cuscinetto delle loro recinzioni, e' lecito supporre che i Giardini
Segreti fossero i piu' importanti dell'intero parco. Altrettanto
lecita l'identificazione di una originaria unità progettuale nella
realizzazione dei due giardini adiacenti al Casino Borghese. Posti rispettivamente
a sud-est e a nord-ovest, i due giardini si presentano come aree gemelle, collocate
ai due lati del Casino, come due ali che definiscono l'estensione laterale dell'edificio
centrale ampliandone la penetrazione nel territorio. Le mura di recinzione
dei giardini, contigue rispetto al piano terra del Casino, correvano
verso oriente e occidente, punteggiati da due portali di accesso alle estremita'
distali e da due finti portali con finestra e sculture antiche nelle parti piu'
vicine all'edificio. Quest'ultimo diveniva quindi il cuore di un suggestivo
impianto scenografico, una sorta di preziosissimo fiore custodito all'interno
dei Giardini Segreti. Un effetto che oggi e' veramente difficile rievocare,
dal momento che le mura sono state sostituite da cancellate, i portali distrutti
o spostati e la continuita' spaziale fra il Giardino di Levante e la villa
interrotta da una strada di passaggio. Si puo' sempre fare appello all'immaginazione,
aiutata soprattutto dall'incisione Villa Borghesia realizzata da M. Greuter
nel 1623 e dal bellissimo quadro da essa ricavato e attribuito al pittore
Jan Von Schyach. Partendo dalla cartografia di Villa Borghese,
infatti, la ricostruzione e la ridefinizione dell'assetto originario risultano
alquanto complesse. I Giardini Segreti sono sempre identificati come spazi
rettangolari oblunghi e conclusi, poche e frammentarie sono le
informazioni che riguardano la loro precisa struttura, il disegno su
cui si basava la compartimentazione, l'esatta ubicazione delle fontane, mentre
i documenti di archivio risultano perlopiu' descrittivi e privi di illustrazioni.
Da un'attenta analisi del percorso storico precedente e delle fonti documentaristiche,
attraverso un accurato studio architettonico degli spazi e delle linee, e'
partito il lavoro di recupero dei Giardini Segreti di Villa Borghese messo in
atto con la consulenza di Ada Segre - che vanta una lunga esperienza nel campo
della progettazione di giardini - e dal Dipartimento Parchi e Ville Storiche del
Comune di Roma.
Oggetto del recente restauro sono i tre giardini chiusi disposti in sequenza ai
lati del Casino Borghese e il quarto giardino posto sullo stesso allineamento.
Lo spazio recintato adiacente all'edificio sul lato di levante e' il Giardino
Vecchio, preesistente all'acquisizione Borghese, mentre quello posto
sull’ alto di ponente e' denominato Giardino dell'Uccelliera,
su ispirazione dell'annesso Casino. Proseguendo si incontra il Giardino
della Meridiana, delimitato all'estremità occidentale dall'omonimo
Casino, a sua volta racchiuso da un muro ad esedra, oltre il quale è posto
il Giardino di Conservazione. Ponendosi come obiettivi la revisione
generale del progetto, il disegno dei singoli giardini, la creazione di piani
di piantagione e la supervisione della messa in opera degli impianti vegetali,
l'intervento è il risultato di considerazioni molteplici.
Fra queste, la più importante parte dallo stato di avanzato degrado
di tutti i giardini, all'interno dei quali rimaneva ben poco
dell'originaria conformazione. Impossibile da recuperare e ricomporre,
sia per la confusa impostazione di base sia perché irrimediabilmente compromesso,
l'assetto dei giardini si muove verso una diversa interpretazione. Lo
spunto viene innanzitutto dagli elementi lapidei principali, come i fondali
stuccati, le facciate con modanature, le varie fontane e fontanelle del parco.
Analizzati nelle dimensioni, nella posizione e nelle alterazioni subite nel corso
del tempo, questi elementi sono stati inseriti nel disegno definitivo, proposto
a fronte delle emergenze architettoniche evidenziate dagli studi e dalle indagini
archeologiche.
La nuova struttura punta sulla creazione di un sistema di giardini di
fiori a carattere museale, con lo scopo di valorizzarli sul piano
estetico, culturale e didattico, evocandone il carattere
storico e mantenendone la consolidata destinazione d'uso. Dunque una serie di
tre giardini preziosi e uno preposto alla moltiplicazione e conservazione
del materiale orticolo a supporto dei giardini in mostra, secondo la
tipologia che Peter Goodchild definisce "nuovo progetto su base storica".
Ogni giardino e' caratterizzato da un disegno e da un impianto vegetale
differenziati dal punto di vista cronologico, in conformita' con la destinazione
originaria. Cosi' il Giardino di Levante si prefigge di esemplificare una
forma mista di giardino di agrumi e fiori con una connotazione temporale posta
tra la seconda metà del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Il Giardino
dell'Uccelliera rappresenta un giardino di fiori di primo Seicento, mentre quello
della Meridiana si rifà ad un modello della seconda metà dello stesso
secolo. Il quarto ed ultimo ha la funzione di giardino di servizio e appoggio
per gli altri tre ed e' disegnato secondo esempi analoghi tratti da progetti
cinque/seicenteschi.
(Testo di Sibilla Caprini)
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