Intervento:
Intervento A: Appartamento in Prati Intervento B: Appartamento a Monte Mario
Progettisti:
Sabrina Cantalini Giuseppe Troccoli Studio di Architettura
Commitente:
A: Privato B: Caterina Passarelli
Anno di redazione del progetto:
A: 2004 B: 2002 - 2003
Anno di esecuzione:
A: 2005 B: 2004 - 2005
Costo:
A: 50.000,00 Euro B: 60.000,00 Euro
Imprese esecutrici:
A: DESA sas di Sartorio
Dati dimensionali dell'intervento:
A: Mq 122 B: Mq 100
Foto:
Alessandro Lanzetta
 TRATTO DALLA RIVISTA:
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Scale armoniche In due interni romani scale, soppalchi e giochi di luce valorizzano ambienti di piccole dimensioni
Confrontarsi e cimentarsi nell'esercizio della progettazione
all'interno della citta' contemporanea implica un ripensamento
dei metodi e un'esigenza di trasformazione degli stessi schemi
mentali con cui accostarsi ai fenomeni spaziali, vale a dire
forme di rappresentazione, metafore, associazioni di idee,
nessi semantici che si intrecciano al tema dell'abitare contemporaneo.
E' il caso dell'esperienza svolta dagli architetti
Sabrina Cantalini e Giuseppe Troccoli in due appartamenti
della citta' di Roma, il primo si trova all'interno di un piccolo
edificio residenziale con tipologia a villino nel quartiere di
Monte Mario-Trionfale, il secondo a due passi dalla Basilica
di S. Pietro in Prati; due situazioni ovviamente differenti, ma
con molte similitudini , prima fra tutte la ridotta dimensione
delle superfici, (condizione tipica delle residenze attuali, e
scoglio dell'odierna condizione sociale), alla quale fa da contro
altare una generosa altezza, variabile nel caso dell'interno
di Monte Mario dove lo spazio si sviluppa dal primo piano fino
al sottotetto e costante nell'altro caso.
Le modeste dimensioni
sono una caratteristica tipica dell'attuale dimensione urbana,
si tratta dunque di un piccolo gesto progettuale che coglie il
senso piu' autentico dello spazio, e affronta il problema in modo
pluridirezionale, considerandolo materia e non superficie,
apportando nuova linfa espressiva, comunicativa e relazionale,
una sorta di evento giocato nell'alternanza di un ritmo ora
compresso, ora dilatato, denso o cavo,trasparente o opaco,
neutro o colorato,svolto attraverso la presenza di elementi
di collegamento: scale che diventano veri e propri segni grafici,
materici e un attento e ricercato uso dei materiali, dei
colori che diventano a tutti gli effetti veri e propri elementi costruttivi.
La parola chiave per la lettura di questi progetti
e' circuito continuo, percorribilita' in moto continuo.
Gli spazigalleggianti, sfalsati, intercambiabili nella loro struttura fisica,
hanno in comune la fluida dislocazione all'interno di ciascuna
unita' abitativa, i soppalchi sono luoghi di una nuova e diversa
esperienza privata e collettiva, e in particolare sembrano
assumere un rilievo che si puo' dedurre in prima analisi dal
ruolo stesso delle funzioni che vi si svolgono: biblioteca, studio,
rifugio, altana, spazio per la musica; nuovi luoghi capaci
di espandere e moltiplicare le possibilita' di utilizzo di uno
stesso spazio attraverso l'elaborazione di nuove soluzioni sia
costruttive che formali.
Nel caso di Prati le pareti perimetrali
e i solai sono lasciati completamente bianchi affinche' la
luce sia libera di diffondersi nello spazio e di espanderlo al
contempo, mentre il colore e' riservato ad alcuni particolari,
capaci di creare sfondi e cornici per spettacolari prospettive,
alle volte delle vere lenti che bucano le pareti e moltiplicano gli spazi.
Questo modo di intendere le pareti si ritrova anche
nell'appartamento di Monte Mario dove i materiali individuano
le giaciture principali; sono in legno il piano di calpestio le
scale e la copertura, mentre per gli arredi si compie la stessa
riflessione che si e' compiuta sullo spazio, le ridotte dimensioni
sono sempre una questione fondamentale, in alcuni casi diventano
lo stimolo progettuale che ha portato alla creazione
di nuove soluzioni come quella di una vera e propria cucina
mobile che all'occorrenza viene spostata per lasciare libera la
zona giorno, (e' il caso dell'interno di Monte Mario).
L'unita' e'
la condizione principale di ogni opera, l'edificio e' letto come
struttura logica al quale ogni parte e' necessaria.
Arianna Ciciani
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