Intervento:
Restyling 'Kiki restaurant'
Progettisti:
Daniela Boni
Collaboratori:
Sergio Barboni, Maurizio Zamparo
Commitente:
Pierrevidieci Srl
Anno di redazione del progetto:
2009
Foto:
Gabriele Pinzin, Davide De Martis
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Kiki Next Level Il ristorante giapponese passa al livello successivo
Inaugurato il 5 maggio di quest'anno, il ristorante Kiki
Next Level rappresenta le radici della cultura nipponica
classica, arricchite da una rivisitazione in chiave
cosmopolita.
Il concetto di 'livello successivo' traspare in
tutti gli aspetti che caratterizzano il nuovo Kiki, a partire
dal restyling del logo. Il carattere giapponese kanj posto al centro
del marchio degli esordi si trasforma nell'asterisco, simbolo occidentale e
universale che segna il passaggio dalla tradizione alle sue interpretazioni
contemporanee.
Il progetto di Daniela Boni
L'ispirazione del progetto nasce da una grande curiosita'
e passione per il Giappone ed e' il frutto
degli ultimi viaggi di Daniela Boni.
Il punto di partenza e' rappresentato dall'intenzione di escludere
tutto cio' che evoca banalmente il paese del Sol Levante e dall'altra di non
ricreare l'atmosfera ormai consumata del locale che punta tutto sul design.
Il Giappone - infatti - non e' fatto solo di ikebana, giardini
zen, atmosfere silenziose ed esoticamente lontane, ma e' anche il piu'
grande agglomerato urbano del mondo con una popolazione di dodici milioni di
abitanti, in cui l'immagine tradizionale convive in naturale armonia con quella
di una citta' ultramoderna.
Kiki Next Level ricrea proprio questa sovrapposizione
di tradizione e contemporaneita'.
L'ingresso, la sala ocra, il sushi bar
Ad accogliere il visitatore e' uno scatto suggestivo dell'artista Brad
Crawford, che esprime l'idea della freschezza e della semplicita',
filosofia alla base della cucina giapponese.
Nella prima sala, le pareti ocra dorato richiamano
le tonalita' tipiche dei ristoranti della tradizione giapponese dove si gusta
la cucina kaiseki o il delizioso sushi e dove l'estetica del piatto, cosi' come
viene presentato, accompagna anche tutto il corredo della tavola e il mobilio.
I dettagli, che sono solitamente in legno, sono stati
rivisitati utilizzando il ferro. Come il bancone per il sushi-bar progettato
insieme all'artigiano Maurizio Zamparo. Il materiale e' stato
trattato con speciali agenti che gli conferiscono un colore caldo a richiamare
l'atmosfera che si respira in questi templi della cucina.
Il sushi bar e' impreziosito con le sedute Ripples
(del designer giapponese Toyo Ito) in massello multistrato
e multicolore di cinque essenze (noce, mogano, ciliegio, rovere, frassino),
che accostate tra loro ricordano cerchi nell'acqua.
A illuminare il sushi bar il Cerchio, un corpo circolare
realizzato in ferro trattato e foglia d'oro che riscalda l'ambiente
con la sua luce soffusa.
La sala rossa
In Giappone il colore rosso, rappresenta il
fuoco ed e' simbolo di conoscenza e natura rigogliosa. La sala
rende omaggio al fiore nazionale del Sol Levante, il crisantemo,
creando un prezioso pannello trapuntato di tessuti con decorazioni floreali
provenienti dal Giappone.
Due colonne di fili setosi rossi creano un separe'
tra questa sala classica e il corridoio di passaggio alla sala successiva, dove
si trova esposta l'immagine della carpa, nella tradizione simbolo
di coraggio e perseveranza, qui reinterpretata in
una versione grafica contemporanea dall'illustratore e designer
giapponese Chichi.
La toysroom
La terza sala e' un omaggio ai giocattoli.
Sono stati scelti quelli piu' curiosi e rappresentativi del Giappone, tra cui
anche rari pezzi da collezione.
Le teche in cui sono esposti sono state progettate
da Daniela Boni e Sergio Barboni, artista-designer
e artigiano di pregio.
L'uso dei colori accesi dei manga si ripete sui maneki
neko in una rivisitazione giocosa e colorata della tradizionale statuetta
giapponese conosciuta anche come il 'gatto della fortuna'
e raffigurante un gatto che chiama la buona sorte muovendo in su e in giu' la
zampa.
A illuminare la toys room due grandi light box che ritraggono
giovani giapponesi. Le immagini, che mostrano
un Giappone decisamente contemporaneo, sono state realizzate
da Brad Crawford, eclettico fotografo americano incontrato
navigando in rete e coinvolto nel progetto.
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